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IDiPEM – Immagini, diritto e potere in età moderna

IDiPEM – Immagini, diritto e potere in età moderna

Il progetto si propone di indagare modi e tempi nei quali in età moderna, al sostanziale mutamento dei caratteri strutturali del fenomeno giuridico e all’affermarsi di un’esperienza giuridica nuova e alternativa rispetto a quella medievale, abbia corrisposto la sostituzione – o la conservazione e la risemantizzazione – dei simboli e delle immagini tradizionalmente espressivi del diritto, in modo che fossero idonei ad esprimere e veicolare nella società la nuova concezione della giuridicità.

Descrizione

L’importanza delle immagini e, quindi, più specificamente della rappresentazione iconografica di temi e concetti cardine del diritto, nelle varie esperienze giuridiche, non ha bisogno di una lunga dimostrazione. La capacità evocativa e la potenzialità simbolica sprigionata dalle immagini è stata spesso impiegata nella storia occidentale per esprimere al meglio ed insieme rafforzare tramite la forza e l’immediatezza del messaggio iconico idee-chiave del mondo del diritto, in modo da ottenere la comprensione e l’adesione più larghe possibili nella comunità di riferimento per il modello di organizzazione giuridica di volta in volta vigente.

È nozione comune che la personificazione della giustizia, ad es. (ovvero anche, meno di frequente, della legge), già invalsa in età antica, corrisponda ad un disegno ed insieme dia voce ad un bisogno profondo di rendere tangibile e di umanizzare un concetto altrimenti destinato a restare astratto e distante, fornendolo di attributi atti a rendere immediatamente percepibili i caratteri essenziali riconnessi nelle varie esperienze giuridico-politiche all’esercizio della giurisdizione in relazione al sentimento del giusto ed equo diffuso in una data società.

Il presente progetto si propone pertanto di indagare modi e tempi nei quali in età moderna, al sostanziale mutamento dei caratteri strutturali del fenomeno giuridico e all’affermarsi di un’esperienza giuridica nuova e alternativa rispetto a quella medievale, abbia corrisposto la sostituzione – o la risemantizzazione – dei simboli e delle immagini tradizionalmente espressivi del diritto, in modo che fossero idonei ad esprimere e veicolare nella società la nuova concezione della giuridicità.

In tale quadro si tratterà di dipanare la ricerca in età moderna e contemporanea, individuando un doppio focus: da un lato la prima modernità europea, con la rappresentazione iconografica di nuovo conio di una realtà giuridico-istituzionale letteralmente rivoluzionata dalle novità politiche, economiche, culturali e religiose cinquecentesche; dall’altro l’Otto-Novecento, periodo segnato dalla industrializzazione, l’esplosione demografica, il ruolo sempre maggiore assunto dall’innovazione tecnologica, ed anche dall’avvento di nuovi mezzi di rappresentazione di tali realtà: dalla fotografia al cinema.

Quanto al primo periodo, basti pensare al profondo riassetto delle fonti di produzione e alla progressiva affermazione della centralità della legge, alla sostituzione dell’idea del sovrano-legislatore a quella del sovrano-giudice, alla connessione sempre più stretta e infine alla piena identificazione tra il titolare del potere e il produttore di norme in forma di legge, alla riduzione degli spazi per una giustizia negoziata su base comunitaria a favore di una giustizia egemonica d’apparato gestita unicamente da organi statuali e indisponibile per i cittadini/sudditi, e così via.

Circa il secondo periodo, è sufficiente ricordare l’emersione di un costituzionalismo maturo incentrato sulla separazione dei poteri e sull’uguaglianza di ogni soggetto davanti alla legge, il dibattito sul sistema della giustizia penale, con la critica alla pena di morte e la più ampia riflessione su fondamento e finalità del diritto di punire dello stato, l’idea variamente declinata di un contratto sociale alla base della stessa possibilità di pensare un’autorità pubblica sovraordinata e dotata di poteri coercitivi verso i consociati, la nozione di codice in senso moderno inteso come apoteosi della legge e moltiplicatore dei suoi benefici effetti, la visione del giudice in veste di automa totalmente eteronomo e privo di ogni potere discrezionale, e via dicendo.

In ciascuno di questi due tornanti storici i cambiamenti culturali, politici, economici, si intrecciano – in un gioco di influenze reciproche – con quelli giuridici ed istituzionali e trovano espressione anche in un esteso e coerente sistema iconografico, nuovo di zecca o rinnovato, che non ha soltanto una funzione descrittiva del nuovo assetto ma si propone ancor prima di renderlo empaticamente presente alle menti e ai cuori dei consociati, talora come frutto di un preciso disegno di politica culturale declinata sul piano iconografico con specifico riferimento al mondo del diritto e talaltra come risultante di un insieme di progressivi ‘aggiustamenti’ del bagaglio iconico del passato alla nuova situazione della modernità.

La ricerca tuttavia, per non risultare monca, dovrà prendere in esame espressamente anche l’ulteriore nesso tra immagini e potere, così come specificamente veicolato dal dato giuridico. Data la piena riconduzione del diritto in epoca moderna alla sua funzione di ‘instrumentum regni’, in parte venuta meno in età medievale, la connessione diritto-potere diventa centrale soprattutto nella vicenda della costruzione dello stato moderno, che emerge in modo chiaro proprio a partire dal XVI secolo e si mostra via via più forte ed onnipervasiva e sfrutta in modo consapevole il potenziale semantico delle immagini (dal Leviatano di Hobbes all’apparato iconografico elaborato a sostegno della Rivoluzione Francese, alla ‘mitologia’ che si crea intorno al codice civile moderno –e al suo primo grande artefice, Napoleone Bonaparte –, fino al poderoso apparato iconico messo in campo dai totalitarismi del Novecento).

Il diritto che incarna/occupa le istituzioni, vero muro maestro del nuovo edificio socio-politico, in primis mediante la riconfigurazione del sistema delle fonti, si propone dunque in modo inedito seguendo l’avvento dei cambiamenti suindicati e a sua volta è rappresentato e connotato dalle immagini che vi fanno riferimento, mostrando una potenzialità iconica formidabile.

In questa ottica la ricostruzione di tale evoluzione in chiave storica si pone come essenziale per coglierne le implicazioni profonde così come per mettere in rilievo cesure e continuità rispetto alle esperienze giuridiche precedenti, restando comunque all’interno di un perimetro di ricerca propriamente tecnico-giuridico, che si gioverà degli apporti della storia dell’arte, dell’architettura, dell’economia, della cultura, della mentalità, senza per questo diluirne la specificità tecnica e riconducendoli sempre ad una lettura del fenomeno giuridico che tenga conto della sua ineliminabile specificità. La ricerca dovrà peraltro svolgersi nel segno della interdisciplinarietà, e per questo postula il coinvolgimento anzitutto delle competenze degli storici del diritto, dei romanisti e dei filosofi del diritto, presenti tutti nel team di ricerca qui proposto, in modo da garantire profondità storica e spessore d’interpretazione ad un aspetto tanto pervasivo quanto sovente sottovalutato quale quello della traduzione in immagini dei valori e dei ‘miti’ del diritto e del potere. Sarà così possibile, a partire dalla nozione dei cambiamenti conosciuti dalla società occidentale e (quindi anche) dal suo diritto nella modernità, far risaltare la presenza e la rilevanza di questi aspetti nella vita del diritto d’età moderna e contemporanea, mettendo anzitutto a nudo l’operazione di configurazione ideologica dello Stato moderno, che certamente si giova in modo pregnante anche del ricorso ad immagini capaci di costruire un “ideario” condiviso e tendenzialmente sottratto ad ogni critica.

L’analisi andrà condotta su tutta una vasta gamma di fonti, librarie, architettoniche, pittoriche, grafiche, da reperire e porre in relazione tra loro, ma naturalmente l’aspetto di “catalogazione” delle immagini del diritto sarà soltanto la prima fase di un programma che mira a passare dall’analisi in dettaglio delle singole manifestazioni iconiche alla interpretazione complessiva del fenomeno, facendo della lunga durata e della comparazione con altre esperienze giuridiche (quale quella romana, sovente direttamente richiamata dalle fonti per l’efficacia e la ricchezza del suo patrimonio simbolico, ovvero quella medievale, stavolta come elemento di paragone in negativo) elementi basilari della ricerca.

Oltre alle pubblicazioni conseguenti agli incontri scientifici periodici previsti (in forma di proceedings autonomi e poi di volumi miscellanei, o di articoli destinati alle principali riviste scientifiche di settore), si prevede la costituzione di una banca dati contenente i riferimenti iconografici raccolti ed analizzati durante la ricerca, auspicabilmente da riversare, già in corso d’opera, in un sito web appositamente dedicato.

Prima fase: ricognizione dei temi iconografici più presenti nel XVI-XVII secolo connessi al diritto (nelle sue varie branche); filoni d’indagine: giustizia, legge, sovrano. Su alcuni di questi temi ci sono già disponibili alcune ricerche pionieristiche e ancora fondamentali (Sbriccoli sulla iconografia della giustizia, Stolleis sulla legge) ma occorre uscire dall’episodico e procedere sistematicamente, vagliando anche l’ambito pubblicistico (a partire dalla celebre immagine del Leviatano sulla copertina del volume di Hobbes).

Contestualmente, studio delle modalità di emersione nelle opere dei giuristi di una nuova attenzione per le immagini e in genere per la rappresentazione grafica del diritto (dal ricorso agli ‘Emblemata’ da parte di Alciato e di molti altri giuristi rinascimentali sulla sua scia alla adozione di moduli grafici rinnovati – di ascendenza lulliana e ramista – per visualizzare il sistema giuridico alla cui costruzione si sta lavorando.

Seconda fase: ricognizione dei temi iconografici tra fine Settecento e pieno Ottocento legati, per un verso, alle istanze rivoluzionarie di abbattimento dell’Antico regime, in Europa ma anche nei nascenti Stati Uniti d’America e per l’altro alle novità proprie del diritto nella società ottocentesca, tra industrializzazione e codice.

La ricerca dovrà valorizzare al massimo la sinergia tra le diverse competenze dei componenti del team e giovarsi al contempo di competenze esterne; pertanto si svolgeranno periodici workshop di approfondimento e condivisione dello stato delle ricerche (in media due all’anno, tendenzialmente presso il Dip. ma occasionalmente anche all’estero, per valorizzare le eventuali sinergie sviluppate con altri ricercatori e dare visibilità all’attività del team).

Terza fase: i risultati ottenuti per ciascuno di questi nuclei tematici saranno offerti alla verifica e discussione della comunità scientifica in due distinti e appositi convegni internazionali, al termine della ricerca, nei due ultimi anni della stessa.

Le conclusioni cui sarà pervenuta la ricerca saranno infine affidate a pubblicazioni monografiche e a saggi da collocare nelle principali riviste internazionali dei SSD coinvolti nella ricerca.

Esiti attesi della ricerca: l’approfondimento dei connotati e del significato del patrimonio iconografico moderno connesso al diritto e al potere e la messa a punto di una vera e propria banca-dati in materia. Ciò porterà ad evidenziare novità e peculiarità del modo in cui diritto e potere si presentano e vengono percepiti in un dato momento storico, attraverso la loro materializzazione iconografica, capace a sua volta d’influenzare in tal modo la stessa evoluzione complessiva del sistema giuridico in una data epoca. Studiare il diritto nelle immagini porterà dunque a identificare l’immagine del diritto di una data società e il suo mutare nel tempo.

La banca-dati di cui sopra sarà l’elemento più visibile all’esterno dell’attività svolta, insieme alle pubblicazioni previste, in modo che della ricerca resti traccia e che i suoi risultati siano fruibili sul web, in open access, valorizzandone così appieno anche le potenzialità anche a fini didattici e divulgativi in genere (utili anche in chiave di terza missione).

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Referente

Rossi Giovanni

Professore ordinario di Storia del diritto medievale e moderno

Dipartimento di Scienze giuridiche
Università degli Studi di Verona

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Componenti

Pedrazza Gorlero Cecilia

Professoressa associata di Storia del diritto medievale e moderno

Dipartimento di Scienze Giuridiche
Università degli Studi di Verona

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Pelloso Carlo

Professore associato di Diritto romano e diritti dell'antichità

Dipartimento di Scienze Giuridiche
Università degli Studi di Verona

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Lottieri Carlo

Professore associato di Filosofia del diritto

Dipartimento di Scienze giuridiche
Università degli Studi di Verona

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Nobile Mattei Gustavo Adolfo

Ricercatore di Storia del diritto medievale e moderno

Dipartimento di Scienze Giuridiche
Università degli Studi di Verona

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Beghini Marta

Assegnista in Diritto romano e diritti dell'antichità

Dipartimento di Scienze Giuridiche
Università degli Studi di Verona

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Merotto Maria Federica

Ricercatrice di Diritto romano e diritti dell'antichità

Dipartimento di Scienze giuridiche
Università degli Studi di Verona

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Zambotto Isabella

Assegnista in Diritto romano e diritti dell'antichità

Dipartimento di Scienze giuridiche
Università degli Studi di Verona

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Schirò Pietro

Assegnista in Storia del diritto medievale e moderno

Dipartimento di Scienze Giuridiche
Università degli Studi di Verona

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Settori scientifico disciplinari

Pubblicazioni

G. Rossi, D. Velo Dalbrenta, C. Pedrazza Gorlero (a cura di), Rifrazioni anomale dell’idea di giustizia, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2017.

G. Rossi, Diritto e letteratura in una commedia inedita di Andrea Alciato: il «Philargyrus», in Diritto e narrazioni. Temi di diritto, letteratura e altre arti. Atti del secondo convegno nazionale della ISLL, Italian Society for Law and Literature (Bologna, 3-4 Giugno 2010), a cura di M.P. Mittica, Ledizioni, Milano, 2011, pp. 269-307.

G. Rossi, Declinazioni dell’umanesimo giuridico: diritto e letteratura nel Philargyrus di Andrea Alciato, in Andrea Alciato, Filargiro, commedia, Introduzione di G. Rossi, testo latino e versione italiana a cura di R. Ruggiero, Torino, Aragno, 2017, pp. VII-XCII.

G. Rossi, Retorica e diritto nelle opere dei Glossatori civilisti: i proemi allegorici, in Historia et ius (www.historiaetius.eu), 13 (2018), paper 14, pp. 1-23

C. Pedrazza Gorlero, La Iuris universi distributio di Jean Bodin, Rovereto, Edizioni Osiride, 1999.

C. Pedrazza Gorlero, Umanisti in Europa. La Prolusio scholastica politicae exercitationis (1578) di Jan Kocín, Padova, Cedam, 2004.

Immagini dell’ordo iuris. Ars e methodus nella riflessione di Pierre Grégoire (1540-1597), Torino, Giappichelli, 2012.

C. Pedrazza Gorlero, Ars interpretandi fra tradizione retorica e modernità giuridica: note in margine al Iurisconsultus (1559) di François Hotman, in «Bollettino di Studi Latini», XLII, f. II (2012), pp. 649-668.

C. Pedrazza Gorlero, Contro il Gigante che fece guerra al Cielo: spunti per un contributo alla lettura della Réponse di Pierre Grégoire al Conseil sur le fait du Concile de Trente di Charles Du Moulin, in «Ephemerides Iuris Canonici», 53 (2013), n. 1, pp. 155-178.

C. Pedrazza Gorlero, De principatu et imperio foeminarum? Un singolare esempio di ‘filoginia’ nel De Republica (1596) di Pierre Grégoire, in «Historia et ius», 5 (2014), pp. 1-17.

C. Pedrazza Gorlero, Insanae dominationes” (?): una nota sulla ‘manipolazione’ del governo muliebre nella Francogallia di François Hotman, in “Historia et ius”, 14 (2018), pp. 1-14.

C. Pelloso, ‘Ius’, νόμος, ‘ma’at’. ‘Inattualità’ e ‘alterità’ delle esperienze giuridiche antiche, in Lexis, XXX, 2012, pp. 17-86

C. Pelloso, The myth of the priority of procedure over substance in the light of early Greek epos, in RΔE, III, 2013, pp. 224-275.

C. Pelloso, Are the Conspirators Purgers or Murderers? Shakespeare’s Julius Caesar and Roman Ius Sacrum, in As You Law It. Negotiating Shakespeare, edited by Daniela Carpi and François Ost, Berlin – Boston, 2018, pp. 203-226

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