Autonomia Negoziale e Nuove Modalità di Regolazione dei Rapporti Contrattuali, delle Controversie Commerciali Transnazionali e delle Insolvenze Transfrontaliere.
Il progetto è incentrato sullo studio delle implicazioni della persistente tensione tra il bisogno di una progressiva uniformazione e armonizzazione delle regole del commercio internazionale e la tendenza politico-sociale che mira a riaffermare un ruolo centrale dei legislatori nazionali (c.d. sovranismo).
Descrizione
La ricerca che il team si propone di condurre prende le mosse dalla constatazione della tensione che si è creata in anni recenti tra l’esigenza espressa dai mercati di una progressiva uniformazione del diritto transnazionale del commercio e della regolamentazione dell’impresa ed il contesto politico e sociale affermatosi da ultimo in molti ordinamenti (talvolta descritto in termini di “sovranismo”), ispirato al tentativo di riaffermare il ruolo dei regolatori nazionali. Tale fenomeno crea inevitabilmente una tensione tra due poli antitetici, che si riflette in un moto di riassestamento degli equilibri tra soggetti operanti nel contesto transnazionale e della gerarchia delle fonti che da questi promanano, nella consapevolezza che se, da un lato, l’unificazione del diritto produce economie di scala, semplificazione e maggiore prevedibilità delle regole giuridiche applicabili, dall’altro la delocalizzazione del diritto produce specializzazione delle regole giuridiche e concorrenza tra ordinamenti giuridici nella produzione o nella riforma delle regole, di per sé apprezzabile in materia commerciale.
Quanto alle spinte verso l’uniformazione del diritto, il commercio internazionale, per sua natura, trascende i confini nazionali e segue percorsi, dinamiche e logiche difficilmente governabili dai singoli ordinamenti locali. Per questa ragione, già la frammentazione del diritto seguita alla sua statualizzazione e alle grandi codificazioni dell’Ottocento favorì, con riguardo alla disciplina del commercio, da un lato, la valorizzazione del contratto e dell’autonomia privata quale strumento principale di disciplina dei rapporti commerciali internazionali e, dall’altro, un moto verso la ricostruzione ad unità (o quanto meno verso una più armoniosa coesistenza) dei diversi ordinamenti giuridici, rendendo per molti aspetti auspicabile il superamento della “Babele dei diritti nazionali” attraverso l’emersione di “percorsi di riunificazione”.
I modi in cui questi percorsi si sono manifestati nel tempo sono stati molteplici, rilevando, a questo riguardo, la distinzione tra armonizzazione del diritto, che si ha quando diversi ordinamenti adottano regole giuridiche analoghe, ma non identiche (in quanto, ad esempio, ispirate a leggi-modello o ad altri strumenti di c.d. soft-law, che ciascun ordinamento introduce nel proprio sistema con le modifiche o gli adattamenti ritenuti necessari), uniformazione del diritto, che si ha quando diversi ordinamenti giuridici adottano il medesimo testo normativo per effetto dell’adozione di un trattato o di una convenzione internazionale (di modo che la norma applicabile nei diversi ordinamenti è la stessa, ma essa si inserisce nell’ambito di ordinamenti che rimangono distinti e viene applicata autonomamente in ciascuno Stato contraente) e unificazione, che si ha quando le regole comuni uniformi non sono create attraverso una convenzione internazionale, ma sono il frutto di una produzione normativa realizzata da un’istituzione centralizzata alla quale vari Stati hanno devoluto una porzione della loro potestà normativa affinché tale istituzione centralizzata provveda alla creazione delle regole uniformi (curandone anche, in alcuni casi, l’applicazione e l’osservazione da parte dei soggetti destinatari dei precetti).
Dal lato opposto, il fenomeno socio-politico riassumibile nella locuzione “sovranismo” si muove oggi di pari passo alla riaffermazione del ruolo dei governi e dei legislatori nazionali, spesso in una posizione di contrapposizione e alterità rispetto ai recenti fenomeni di “globalizzazione”. Tale contro-spinta ha trovato in anni recenti numerose occasioni di emersione nell’ambito del diritto del commercio internazionale, sia dal punto di vista della disciplina sostanziale, sia dal punto di vista dei meccanismi di regolamentazione delle crisi di impresa e della risoluzione delle controversie transnazionali.
Dal punto di vista del diritto privato transnazionale sostanziale e internazionale privato, è nota la contrapposizione tra ordinamenti e studiosi che ritengono che la scelta della legge possa sostanziarsi anche nella scelta di regole non statali (quali i Principi Unidroit dei contratti commerciali internazionali e altri strumenti di soft law) e la posizione della maggioranza degli ordinamenti (compresa l’Unione europea in virtù del Regolamento c.d. Roma I) e di molti studiosi, che non ammettono alcuna scelta di legge al di fuori di quella intesa a rendere applicabile un ordinamento nazionale.
Dal punto di vista della regolazione delle crisi di impresa transnazionali, la spinta verso l’uniformazione ha portato alla produzione di strumenti di soft law a livello globale
(come la Uncitral Legislative Guide on Insolvency Law e la Uncitral Practice Guide on Cross-Border Insolvency Cooperation) e all’adozione, nell’ambito dell’Unione europea, del Reg. (UE) No. 848/2015 (in vigore dal giugno 2017) relativo alla procedura di insolvenza, ma tali spinte verso l’uniformazione non hanno, in realtà scalfito la centralità degli ordinamenti nazionali(individualmente o in virtù di meccanismi sovranazionali di mero coordinamento) nella gestione delle crisi di impresa, mentre la disciplina europea significativamente si limita a prevedere un quadro di principi inderogabili, affidando a modalità spontanee e negoziali la gestione di questioni di interesse teorico e applicativo, quali i flussi informativi nell’ambito delle procedure di gruppo.
In ambito giurisdizionale e gius-processuale transnazionale, è al tempo stesso sorprendente e significativa la posizione espressa, ad esempio, nella sentenza del 5 settembre 2012 dal Bundesgerichsthof tedesco, che, pur in assenza di una norma attributiva di giurisdizione “di applicazione necessaria” rispetto alla scelta del foro compiuta dalle parti di un contatto (nella fattispecie, scelta del foro della West Virginia nell’ambito di un contratto di agenzia commerciale internazionale), ha comunque confermato la sussistenza della giurisdizione del giudice tedesco sulla base di una valutazione prognostica tesa ad evitare il rischio di disapplicazione, da parte del giudice statunitense, di una norma di applicazione necessaria del diritto europeo.
Quanto all’arbitrato commerciale internazionale, nonostante la consapevolezza ormai da
tempo acquisita dell’arbitrabilità anche di materie caratterizzate da un elevato grado di imperatività delle norme applicabili, non mancano segnali di scetticismo da parte degli ordinamenti nazionali, tesi a riaffermare la competenza esclusiva delle corti nazionali e, dunque, la non arbitrabilità di fattispecie disciplinate da norme nazionali o europee di applicazione necessaria.
Persino nell’ambito dell’’arbitrato internazionale di investimento, la spinta sovranazionale collegata all’utilizzazione degli accordi BIT ha recentemente incontrato una significativa resistenza a livello regionale europeo nella posizione espressa dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea nella nota sentenza Achmea del 6 marzo 2018 (C-284/2016), che ha affermato la (potenziale) incompatibilità degli accordi BIT con i principi fondamentali dell’Unione.
A fronte dei diversi segnali di cui si è dato conto, assume particolare significato la “crisi” dello strumento convenzionale quale meccanismo prevalente di uniformazione “legislativa” del diritto del commercio internazionale, progressivamente sostituito da strumenti lato sensu “negoziali”, frequentemente presentati come strumenti di soft law, che perseguono un modello di uniformazione negoziale tramite raccolte e “restatements” di principi, protocolli, modelli, guide legislative e simili, talvolta “rafforzati” in virtù della loro incorporazione in strumenti aventi la forma di un provvedimento legislativo tradizionale.
Paradigmatico, a questo riguardo, è l’esempio dei Principi Unidroit dei contratti commerciali internazionali (la cui versione più recente è del 2016); ma il fenomeno va ben al di là dell’ambito delle norme contrattuali sostanziali, per estendersi anche al diritto processuale (si pensi alle Unidroit / ALI Rules on Transnational Legal Procedure, alla Uncitral Model Law on International Commercial Arbitration, e alle IBA Rules on the Taking of Evidence in International Arbitration) e al diritto internazionale privato (si
pensi agli Hague Principles on Choice of Law in International Commercial Contracts del 2015); e persino nell’ambito delle insolvenze transfrontaliere il legislatore europeo ha favorito la creazione di protocolli di natura negoziale per la gestione dei rapporti tra organi di Stati diversi.
Il team di ricerca, dunque, si propone di analizzare i fenomeni succintamente descritti, cercando di individuare delle linee di tendenza comuni nel modo in cui, a fronte della crisi degli strumenti tradizionali di uniformazione legislativa del diritto e della ri-affermazione di spinte nazionalistiche, le esigenze di razionalizzazione e semplificazione dei rapporti transnazionali possano portare all’affermazione di un nuovo ruolo dall’autonomia delle parti e di strumenti lato sensu negoziali per il perseguimento di finalità di regolazione dell’impresa, delle sue crisi e delle modalità (contenziose o conciliative) di risoluzione delle controversie transfrontaliere.
Referente
Torsello Marco
Professore ordinario di Diritto privato comparato
Dipartimento di Scienze Giuridiche
Università degli Studi di Verona
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Componenti
Ciampi Annalisa
Professoressa ordinaria di Diritto internazionale
Dipartimento di Scienze giuridiche
Università degli Studi di Verona
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Pasquariello Federica
Professoressa ordinaria di Diritto commerciale
Dipartimento di Scienze Giuridiche
Università degli Studi di Verona
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Calabrese Bernardo
Ricercatore di Diritto commerciale
Dipartimento di Scienze giuridiche
Università degli Studi di Verona
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Tedoldi Alberto Maria
Professore associato di Diritto processuale civile
Dipartimento di Scienze Giuridiche
Università degli Studi di Verona
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Ragno Francesca
Professoressa associata di Diritto internazionale
Dipartimento di Scienze giuridiche
Università degli Studi di Verona
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Guerra Giorgia
Ricercatrice di Diritto privato comparato
Dipartimento di Scienze giuridiche
Università degli Studi di Verona
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Ferrazzi Sabrina
Assegnista in Diritto privato comparato
Dipartimento di Scienze Giuridiche
Università degli Studi di Verona
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Zamboni Chiara
Borsista
Dipartimento di Scienze Giuridiche
Università degli Studi di Verona
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Stella Marcello
Cultore della materia
Tilola Diego
Dottorando in Scienze giuridiche europee ed internazionali
Dipartimento di Scienze Giuridiche
Università degli Studi di Verona
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Pastorino Leonardo Fabio
Professore ordinario di Diritto Agrario
Dipartimento di Scienze giuridiche
Università degli Studi di Verona
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Settori scientifico disciplinari
Diritto privato comparato (IUS/02)
Diritto commerciale (IUS/04)
Diritto internazionale (IUS/13)
Diritto processuale civile (IUS/15)
Aree di ricerca e insegnamenti
Collaborazioni e convenzioni
Il team di ricerca ha già in essere consolidati rapporti (e progetti di ricerca) con i seguenti colleghi, i quali hanno espresso la disponibilità a collaborare con il progetto:
Prof. Franco Ferrari, Director, Center for Transnational Litigation, Arbitration and Commercial Law, New York University, School of Law, New York (USA).
Prof. Ronald Brand, Academic Director, Center for International Legal Education and Chancellor Mark A. Nordenberg Professor of Law, University of Pittsburgh, School of Law (USA).
Prof. Clayton Gillette, Max E. Greenberg Professor of Contact Law, New York University, School of Law, New York (USA).
Prof. Diego Fernandez Arroyo, Université Sciences Po, Ecole de droit, Paris (France).
Prof.ssa Giuditta Cordero-Moss, University of Oslo, School of Law (Norway).
Pubblicazioni
Torsello M., Lex Mercatoria, Soft Law and Codification in Transnational Commercial Law, in European International Arbitration Review (2019 – _accettato per la pubblicazione);
Torsello M., The Impact of Brexit on the Resolution of Transnational Commercial Disputes in Europe. Will International Commercial Arbitration Remain Unaffected?, in Studi sull’Integrazione Europea, 2018;
Torsello M., Commento: Articles 30-34 CISG, in: P. Mankowski (a cura di), Commercial Law, in R. Schulze E M. Lehmann (eds.), Commentary on International and European Business Law, 2018;
Torsello M., Finanziamenti all’esportazione, in A. Nigro (a cura di), Biblioteca di Diritto Commerciale Internazionale, 2018;
Torsello M., Commercio internazionale intra-UE, in G. Benacchio E F. Casucci (a cura di), Temi e Istituti di diritto privato dell’UE, 3-25 (Torino, 2017);
Torsello M., Il contratto internazionale. Diritto comparato e prassi commerciale (con Aldo Frignani), pp. XXIX, 1027, 2° ed., Padova, 2010 (in particolare: capp. II, §§ 8-14; III, §§ 10-13; IV; V, §§ 8-13; VI; VII; VIII; XV; XVI; XVII).
Ciampi A., Il caso Taricco impone la disapplicazione delle garanzie della prescrizione: un problema di rapporti fra diritto dell’UE e diritto nazionale e di tutela dei diritti fondamentali, non solo di diritto processuale internazionale, in I_n_t_’l_ _L_i_s_: supplemento di documentazione e discussione sul diritto giudiziario transnazionale, 2016, 113-122;
Ciampi A., Il referendum per la Brexit: esiti e possibili scenari, in Osservatorio sulle fonti (on line), 2016, No.2, 1-6, http://www.osservatoriosullefonti.it;
Ciampi A., The Determination of the Respondent: a Telling silence or a Lacuna in the EU Proposal for the Establishment of an International Court System (ICS)?, Int’l L_i_s: supplemento di documentazione e discussione sul diritto giudiziario transnazionale, 2016, 183-186;
Ciampi A., Perché il diritto europeo rimanga com’è, la nozione autonoma di giurisdizione nazionale deve cambiare, in Giurisprudenza Italiana, 2018, 1977-1978;
Pasquariello F., La regolazione europea della insolvenza transnazionale tra autonomia ed eteronomia: il c.d. “impegno” ad evitare la procedura secondaria, in il Diritto fallimentare e delle società commerciali 6/2019.
Pasquariello F., Le procedure di sovraindebitamento alla vigilia di una riforma, in Nuove Leggi Civili Commentate, 2018;
Pasquariello F., Giving a second chance to honest entrepreneurs by discharging debt: EU Commission Directive Proposal, Revista lex mercantil, Doctrina, Praxis, Jurisprudencia y Legislación, 2017, n 6, pp. 51-55;
Pasquariello F., Italian Bankruptcy Code moving towards a reform era, in Dir fall. 2016, I, pp. 347-368.
Calabrese B., Medicinali off-label, informazioni di farmacovigilanza e nuove frontiere della concorrenza basata sui meriti, in Giur. comm., 2019, II, p. 979-1004
Calabrese B., Preminenza del brevetto europeo e autonomia del brevetto italiano, in Giur. comm., 2020, II, p. 576-593
Tedoldi A.M., Giurisdizione, riconoscimento ed esecuzione delle decisioni civili e commerciali: cosa cambia con il nuovo Regolamento UE, in il Quotidiano Giuridico, 13 aprile 2015;
Tedoldi A.M, Riparto della giurisdizione, scelta del foro, litispendenza e connessione: le novità del Reg. UE n. 1215/2012, in il Quotidiano Giuridico, 16 aprile 2015;
Tedoldi A.M, Efficacia delle decisioni di altro stato membro: la rivoluzione copernicana del Reg. UE 1215/2012, in il Quotidiano Giuridico, 21 aprile 2015;
Tedoldi A.M, Controversie transfrontaliere di modesta entità e ingiunzione europea di pagamento: le novità, in il Quotidiano Giuridico 11 marzo 2016.
Ragno F., Lis Alibi Pendens in International Commercial Arbitration, in Diritto del Commercio Internazionale, 2018, vol. 32, pp. 163-207;
Ragno F., Forum Selection under the Hague Convention on Choice of Court Agreements – A European Perspective, New York, 2018, ISBN: 978-1-948582-21-6, pp. 1-204;
Ragno F., Are EU Overriding Mandatory Provisions an Impediment to Arbitral Justice?, in F. Ferrari (a cura di), The Impact of EU Law on International Commercial Arbitration, New York, 2017, ISBN 978-1-944825-01-0, pp. 139-176;
Ragno F., Inarbitrability: a ghost hovering over Europe?, in F. Ferrari (a cura di), Limits to Party Autonomy in International Commercial Arbitration., New York, 2016, ISBN: 978-1- 944825-01-0, pp. 127-163.
Stella M., Lineamenti degli arbitri bancari e finanziari in Italia e in Europa, Milano, Cedam – Wolters Kluwer Italia, 2016, pp. LXIII, 419, ISBN: 9788813358600;
Stella M., Cala il sipario sull’arbitrato degli investimenti “intra-UE”: la Corte UE esige che le liti tra investitori e Stati membri siano decise da giudici togati, in Giurisprudenza Italiana, 2018, pp. 1969-1975, ISSN: 1125-3029;
Stella M. (con C. Consolo), L’influenza di Brexit, a breve e medio termine sulla litigation in materia civile e commerciale nel legal hub londinese, ultimo baluardo dell’Impero, in Int’l Lis, 2/2016, pp. 57-61.
Zamboni C., Il Tribunale unificato dei brevetti e le possibili ripercussioni di Brexit (prima parte), in Studium Iuris, 3/2018, 313-319;
Zamboni C., Il Tribunale unificato dei brevetti e le possibili ripercussioni di Brexit (seconda parte), Studium Iuris, 4/2018, 455-463.
Ferrazzi S., Il foro competente per la restituzione dei beni culturali alla luce del Regolamento Bruxelles I bis (Prima Parte), in Studium Iuris, 7-8/2018, 663-870;
Ferrazzi S., Il foro competente per la restituzione dei beni culturali alla luce del Regolamento Bruxelles I bis (Prima Parte), in Studium Iuris, 7-8/2018, 1003-1010;
Ferrazzi S., Commento: artt. 3-12, 38-41, artt. 51-55, artt. 58-63, in M. Franzoni, R. Rolli e G. De Marzo (a cura di), Codice Civile commentato con dottrina e giurisprudenza – Commento alla L. 31/5/1995, n. 218 di Riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato (Appendice a cura di M. Torsello), Torino, 2018.
Tilola D., Commento agli artt. 13-25, 46-50, 56, in M. Franzoni, R. Rolli e G. De Marzo (a cura di), Codice Civile commentato con dottrina e giurisprudenza – Commento alla L. 31/5/1995, n. 218 di Riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato (Appendice a cura di M. Torsello), Torino, 2018.
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