D&A Diritto e azione

Queste le fasi del lavoro del Team:

• ricostruzione della tavola dei più importanti ‘Begriffe’ elaborati nell’Ottocento partendo dal Corpus iuris civilis, valorizzando l’esperienza giuridica romana in chiave retrospettiva (ossia le principali fonti);
• individuazione dei principali autori pandettisti che se ne sono occupati;
• scelta dell’autore più significativo rispetto al singolo tema individuato;
• individuazione delle opere principali in cui l’autore discute della tematica prescelta;
• creazione di un file condiviso per la mappatura delle principali opere della pandettistica (i Maestri) poste alla base del Progetto.

A questo proposito, per lo svolgimento della suddetta attività, si è prestata attenzione a quanto posseduto nel catalogo bibliografico di Ateneo, con specifico riguardo al Fondo librario Alberto Burdese che trova sede presso la ‘Sala delle Colonne’ del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Verona (http://www.dsg.univr.it/?ent=luogo&id=1883), procedendo all’acquisto dei seguenti volumi:

Berger, Zur Entwicklungsgeschichte der Teilungsklagen im klassischen römischen Recht, 1912, Weimar;

Dernburg, Pandette, traduzione italiana di Francesco Bernardino Cicala, 1903-1907, Bocca;

Pugliese, Lezioni sul processo civile romano. Le legis actiones, 1962-1963, Montuoro;

Pugliese, Lezioni sul processo civile romano. Il processo formulare, 1946, Montuoro;

Oxford Latin Dictionary, edited by P.G.W. Glare, Oxford Clarendon Press, 2012;

Greek-English Lexicon. Revised supplement, H.G. Liddell-R. Scott, Oxford Clarendon Press, 1996;

Cavalli – A. Martinelli, La società europea, 2015, Il Mulino.

Sul piano pratico, coerentemente con la finalità del Progetto, gli esiti dell’analisi critica del patrimonio culturale pandettistico e dalla sua rielaborazione successiva, verranno raccolti in un ‘Atlante delle idee’, nel quale le singole ‘idee’ fungeranno da metaforico dizionario concettuale nella creazione e ridefinizione del nuovo diritto comune europeo.

A questo proposito, è stata definita la redazione dei primi 14 volumi della Collana che verrà pubblicata, già a partire dalla fine del 2020, per la casa editrice Il Mulino di Bologna.

Relativamente ad alcune categorie individuate, i primi esiti della ricerca sono stati esposti all’interno di relazioni presentate nell’ambito di Seminari; di seguito i titoli e gli abstract di alcune relazioni:

M.F. Merotto, La vendita di eredità inesistente a margine di Iav. 2 ex Plaut. D. 18.4.8, in occasione del Seminario internazionale organizzato nel contesto del Laboratorio Romanistico Gardesano, 7 giugno 2019, Gargnano (BS).

Abstract:

Partendo dalla rielaborazione pandettistica in tema di venditio hereditatis, nonché dall’analisi di alcuni frammenti di Paolo e Giavoleno in cui si commentano i libri del più antico giurista Plauzio, è stata avanzata un’ipotesi ricostruttiva del regime classico della vendita di eredità inesistente. In particolare, è stata posta in luce la dicotomia, che emerge dalle fonti, tra casi di vendita di un’eredità ‘relativamente’ o ‘soggettivamente’ inesistente (quando cioè venga venduta una qualche eredità che esista, ma della quale il venditor non sia erede) e i casi di vendita di eredità ‘assolutamente’ o ‘oggettivamente’ inesistente (quando cioè venga venduta un’hereditas, ad esempio, non ancora deferita). Sulla base di tale distinzione, ricavabile in specie da Iav. 2 ex Plaut. D. 18.4.8, e dopo aver constatato il contrasto tra l’ultima parte del frammento, in cui Giavoleno concederebbe un’azione di compera a tutela dell’acquirente di un’eredità ‘assolutamente’ inesistente, e la condictio la cui esperibilità Paolo, in Paul. 14 ad Plaut. D. 18.4.7, prospetta per il medesimo caso, è stata proposta un’esegesi di D. 18.4.8 che potrebbe condurre a un’interpretazione del passo armonica rispetto al frammento paolino.

2019. Beghini, La cd. efficacia costitutiva dell’adiudicatio, in occasione del Seminario internazionale organizzato nel contesto del Laboratorio romanistico gardesano, Palazzo Feltrinelli, Gargnano (BS), 7 giugno 2019.

Abstract:

Le principali trattazioni manualistiche, distinguendo l’adiudicatio ora come pars formulae, ora come pronuncia del giudice, annoverano l’aggiudicazione tra i modi di acquisto della proprietà: i cd. giudizi divisori producono un effetto reale di tipo costitutivo, in quanto gli aggiudicatari diventavano domini ex iure Quiritium nel caso di iudicium legitimum, possessori ad usucapionem nei iudicia imperio continentia. Nella lente di rilettura dei Pandettisti (tra i quali, Arndts, Geib, Glück, Windscheid, Berger, Dernburg), l’aggiudicazione è trattata tra i modi di acquisto del dominio nei termini di ‘trapasso della proprietà mediante pronuncia giudiziaria di aggiudicazione’. Tuttavia, negli studi che si sono affastellati in materia, all’interno di un movimento tradizionalmente inteso come monoliticamente unitario, esiste un ius controversum, non casistico come quello dei prudentes classici, ma rilevante al livello dogmatico. A titolo esemplificativo, si è avuto modo di verificare che la sentenza di divisione in relazione a fondi comuni gravati da usufrutto e pegno (Lab. 2 post. a Iav. epit. D. 33.2.31; Ulp. 19 ad ed. D. 10.3.6.8) produce effetti differenti in relazione alla proprietà e ai diritti limitati. Nell’esperienza giuridica romana, ponendo a confronto le Istituzioni di Gaio e i Tituli ex corpore Ulpiani, si riscontra una differente sistematica offerta ai modi adquirendi: in particolare, Gaio non annovera l’adiudicatio (e nemmeno la lex) nell’elenco dei modi di acquisto della proprietà; nei Tituli, invece, oltre a mancipatio, traditio, usucapio, in iure cessio, si ritrovano anche l’adiudicatio e la lex.  L’intervento ha avuto lo scopo di mettere a fuoco il ruolo della clausola aggiudicatoria, con particolare riferimento ai giudizi di divisione dell’eredità e della cosa comune.

2019. Zambotto, Nexum: ricostruzione prudenziale e regime legislativo, in occasione del Seminario internazionale organizzato nel contesto del Laboratorio romanistico gardesano, Palazzo Feltrinelli, Gargnano (BS), 7 giugno 2019.

Abstract:

Misterioso oggetto di antiquariato giuridico – tanto da meritare una voce esplicativa ad hoc in Varro de l.L. 7.105 e Fest. verb sign. s.v. nexum aes – da sempre il nexum rappresenta un te-ma di ius controversum. La disputa inizia nelle fonti antiche tra Manio Manilio, Quinto Mucio Scevola ed Elio Gallo, per poi rifiorire tra gli autori della Pandettistica (in specie Niebuhr, Puchta, Savigny, Huschke, Brinz, Mitteis, Lenel, Mommsen), sino alla ricostruzione critica dei grandi maestri del Novecento e agli studi recenti in materia di oportere (paradigmaticamen-te, tra i primi, Pacchioni, De Martino, Betti, Behrends, Talamanca, Serrao, Cannata; recente-mente, Cardilli e Pelloso). Nel corso dei secoli, lo sforzo della dottrina si è per lo più concretiz-zato nella riconduzione della figura giuridica ora allo schema dei modelli potestativi e posses-sori, ora allo schema dell’obbligazione. L’intervento mira a restituire al nexum la sua posizio-ne di terzietà rispetto alla rigida dicotomia illustrata. Oltre alle celeberrime definizioni di Var-rone e di Festo e al dettato di Tab. 6.1., saranno ripercorsi criticamente gli episodi degli scon-tri tra patrizi e plebei narrati in Liv. 2.27.1-10 e Dion. Hal. 6.22.1, in cui pare esservi traccia di un modus agendi che avrebbe sancito il passaggio del ‘debitore’ a liber serviens. Nella rico-struzione prospettata, il nectere assume quindi le fisionomie di un vincolo materiale ed even-tuale. Ecco allora che la riconduzione del nexum al concetto di obligatio in Quinto Mucio appa-re più chiara. L’apposizione del nexum al prestito rispondeva all’esigenza di fornire al mu-tuante una tutela ‘giuridica’, seppur nella sua configurazione primitiva di un modus agendi, in un’epoca in cui il dare oportere non era ancora conosciuto dal ius Quiritium. Ciò posto, sarà infine analizzata la portata della lex Poetelia Papiria in una duplice direzione: sia con riguardo al mutamento dell’oggetto del nectere – dal corpus ai bona, attestato, tra gli altri, da Ulp. 1 op. D. 2.14.52.2 –; sia con riguardo alla sua connessione con la legis actio per condictionem, che avrebbe sancito il riconoscimento del mutuo quale contratto reale fonte di obligatio.

1. D’Onofrio, The pactum de non petendo from an historical-comparative perspective, in occasione della ‘Second postgraduate conference in Comparative Legal History’, presso l’Università di Augusta (Augsburg, 28 giugno 2019).

Abstract:

L’intervento si è focalizzato sull’autonomia del pactum de non petendo da figure affini (es. remissione del debito). Muovendo dai passi dei giuristi romani, l’analisi si è concentrata sulla rielaborazione pandettistica attorno alla figura in esame, con il fine di delinearne le caratteristiche principali in termini di struttura e disciplina.

1. D’Onofrio, Pactum de non petendo: Struktur und Rechtsregime, in occasione del ‘Deutsch-italienisches Seminar Verona-Bayreuth’, presso l’Università di Verona (8 novembre 2019).
2. D’Onofrio, Pactum de non petendo: qualificazione giuridica e disciplina, in occasione dei ‘Colloqui torinesi di diritto civile’, presso l’Università di Torino (Torino, 16 gennaio 2020).
3. D’Onofrio, Pactum de non petendo: struttura e disciplina, in occasione del ‘XXXIV Coordinamento nazionale dei dottorati in diritto privato’, presso l’Università ‘Cattolica’ di Milano (31 gennaio 2020).

Abstract:

Gli interventi si sono focalizzati sulla figura del pactum de non petendo, ossia l’accordo tra debitore e creditore con cui quest’ultimo si impegna a non esercitare il proprio credito nei confronti del debitore. In particolare, in seguito a un’analisi della struttura del p.d.n.p., nonché della rielaborazione pandettistica in tema di ‘azione’, si è giunti a qualificare quest’ultimo alla stregua di una rinuncia all’azione ‘in concreto’.

1. Romanò, Dallo schiaffo morale di Aulo Gellio al cavalier Lucio Verazio all’art. 125 Codice della proprietà industriale. Riflessioni in tema di limite al risarcimento ultra-compensativo, in occasione del ‘Deutsch-italienisches Seminar Verona-Bayreuth’, presso l’Università di Verona (7 novembre 2019).

Abstract:

Il presente intervento si confronta con una particolare tematica all’interno del più generale dibattito intorno alle funzioni attribuite alla responsabilità civile, ovvero quella del limite del risarcimento ultra-compensativo. Invero, sembra essere questo un problema cruciale nel nostro ordinamento in primis per scongiurare il rischio di un contrasto con l’art. 23 Cost, ma la stessa esigenza, ovvero quella di arginare una condanna sanzionatoria, era avvertita già nel diritto romano. Per tali ragioni, utilizzando il metodo della comparazione diacronica, la relazione parte con l’esposizione delle maggiori fattispecie sanzionatorie di epoca decemvirale, tra cui, in particolare, il membrum ruptum (Tab. 8.2), l’os fractum (Tab. 8.3) e l’iniuria (Tab. 8.4) e analizza il concetto di limite al risarcimento ultra-compensativo che adottano. Dopo la sopravvenuta inadeguatezza del sistema sanzionatorio decemvirale – messo in luce dal proverbiale episodio di Lucio Verazio – si è esaminata la struttura giuridica dell’actio iniuriarum, dell’actio legis Aquiliae, dell’actio furti e dell’actio vi bonorum raptorum. La parte di diritto contemporaneo mira a occuparsi di quelli che sembrano essere i maggiori schemi di limite al risarcimento afflittivo adottati nel nostro ordinamento, dedicando particolare attenzione alle fattispecie individuate come punitive da Cass. Sez. Un. 5 luglio 2017, n. 16601, e, tra queste, all’ingiuria post d.lgs. 7/2016, all’art. 125 Codice della proprietà industriale con il controverso meccanismo della ripetizione degli utili, e all’art. 96 co. 3 c.p.c. Si è concluso rilevando come la questione del limite alla sanzione ultra-compensativa si intrecci con la stessa ammissibilità costituzionale di tale rimedio: per armonizzare pienamente tali previsioni con il nostro ordinamento, sembra ragionevole utilizzare tutti gli strumenti giuridici a disposizione, anche quelli che derivano dal confronto con la tradizione.

Beghini, Fra dominio e integrazione. Le migrazioni: una sfida ieri come oggi, in occasione del ‘4th International Conference Migrants and refugees in the Law. Historic evolution, current situation and unsolved questions’, 12-14 dicembre 2018, Monastery of Los Jerónimos, Murcia-Spain.

Assegno di ricerca: è stato attivato un assegno di ricerca (al primo rinnovo) inerente al seguente programma di ricerca “Per un ‘Atlante delle idee’ giuridiche della tradizione romanistica: lo studio del negozio giuridico”, responsabile scientifico prof. Tommaso dalla Massara, assegnista di ricerca dott.ssa Marta Beghini; i primi risultati della ricerca sono stati presentati nella relazione svolta al Seminario internazionale organizzato nel contesto del Laboratorio romanistico gardesano, Palazzo Feltrinelli, Gargnano (BS), 7 giugno 2019.

M.F. Merotto, nel febbraio 2019, tra luglio e ottobre 2019 e nel febbraio 2020, è stata Visiting researcher, presso la Ludwig Maximilian Universität, München, vincendo un finanziamento COOPERINT-Programma di Internazionalizzazione di Ateneo per svolgere un progetto di ricerca su ‘Testamentary Freedom and Agreement as to Future Succession’, presso la Ludwig Maximilian Universität, München.

D’Onofrio, dal 13 al 18 maggio 2019, è stata Gastwissenschaftlerin presso la Humboldt Universität di Berlino alla cattedra del Prof. G. Wagner. Durante il soggiorno di ricerca si è avuta l’opportunità di consultare la letteratura pandettistica, nonché di colloquiare con il prof. Wagner circa la figura del Prozessvertrag.

Carlo Pelloso e Marta Beghini, dal 23 gennaio al 17 maggio 2019, hanno collaborato al progetto SFIDE dell’Ateneo di Verona, nell’ambito del Team ‘L’accoglienza dalle sue radici all’oggi’, referenti proff. Alessandra Cordiano, Emanuela Gamberoni, Carlo Pelloso.

Marta Beghini, il giorno 17 dicembre 2019, presso l’Aula Trabucchi, h. 10.45-13.30, ha svolto, nell’ambito del corso di Istituzioni di diritto romano, un seminario di approfondimento dal titolo ‘Modi di acquisto della proprietà’.

MF. Merotto, il giorno 17 dicembre 2019, presso l’Aula Trabucchi, h. 10.45-13.30, ha svolto, nell’ambito del corso di Istituzioni di diritto romano, un seminario di approfondimento dal titolo ‘Le forme di testamento nel diritto romano’.

I. Zambotto, il giorno 16 dicembre 2019, presso l’Aula Falcone Borsellino, h. 10.45-12.30, ha svolto un seminario di approfondimento dal titolo ‘Le azioni esecutive. Dalla manus iniectio all’actio iudicati’.

Beghini, il giorno 20 dicembre 2019 ha svolto, nell’ambito del II anno di corso della Scuola di Specializzazione per le professioni legali Verona-Trento, una lezione dal titolo ‘Il possesso tra indisponibilità e circolazione negoziale (atipica)’.